ARCHEOLOGIA

Le lussuose residenze romane del Tuscolano: la villa con piscina dei Centroni

 

LA VILLA DEI CENTRONI

(di Franco Arietti)

 

Posta ai margini del territorio Tuscolano, lungo la via Latina, all’incirca presso il IX miglio (a circa 1,8 km da Villa Senni), la celebre villa dei Centroni è situata sopra una modesta altura; in antico essa veniva raggiunta da un breve diverticolo che si staccava dalla via Latina, terminando dinanzi all’ingresso della villa posto ad oriente; attualmente la villa si trova in proprietà privata all’altezza del km 4,700 della via Anagnina.

 

                                            Carta archeologica di Roma – Carta dell’agro romano

 

Dettaglio. Villa dei Centroni n. 341; Via Latina n. 134s; acquedotto della villa n. 346a e cisterna n. 360.

 

                Pietro Rosa 1850 – 1870. La Via Latina, la villa dei Centroni e il complesso di Ad Decimum

 

 

Il grande edificio poggia su una colata lavica, sotto la quale è stato rinvenuto un fitto reticolo di cunicoli scavati per ricavare la pozzolana usata per la malta cementizia (opus caementicium) con la quale venne costruita la villa (malta formata da scaglie di basalto della colata lavica – detti caementa -, pozzolana e calce ben stagionata).

 

                                                        Rete di cunicoli sottostanti la villa

 

Il grande complesso poggia su un terrazzamento artificiale (basis villae) la cui fronte misura circa 200 metri e che diviene imponente a settentrione dove si affacciano due grandi terrazze (vedi pianta: nn. 36 e 45); l’apparato sostruttivo si articola in oltre 6o ambienti di servizio di modeste dimensioni, quasi tutti coperti da volte a tutto sesto, tra i quali si alternano cisterne (nn. 48 e 49) o grandi vasche (n. 46). Questo apparato orbitava attorno ad una piattaforma centrale dove sorgeva la parte residenziale vera e propria, quella padronale riservata al dominus. Accanto ad essa si sviluppava la parte rustica, sempre presente nelle ville di produzione, dove si svolgevano attività connesse in queste zone soprattutto alla coltivazione della vite e dell’ulivo.

 

                                                                            Pianta della Villa

Si rivela di notevole interesse la presenza della grande piscina (n. 44) (natatio), scavata nel 1943, misurante m 33,18 x 9,60; il fondo si articola lungo l’asse longitudinale su quattro livelli inclinati, lunghi rispettivamente m 4,95; 1,24; 16,43 e 10,56. Sul ripiano più alto appaiono due scalette tra loro spaziate.

 

                                                       La piscina (natatio). Assonometria

 

                                                                                               La piscina. Sezione prospettica

Tutta l’opera è resa impermeabile da uno strato di signino e dai tipici cordoli agli spigoli. Nel punto più basso appare il foro di drenaggio con la saracinesca, praticato alla base della parete corta, costituito da un’apertura rettangolare per la pulizia periodica della vasca che immette in un breve cunicolo che disperdeva le acque oltre il terrazzamento; il livello costante veniva garantito da un tubo di piombo (fistula aquaria) inserito nella medesima parete, che disperdeva sempre dallo stesso lato, mentre il sistema di alimentazione della piscina non è stato chiarito (si è pensato a getti d’acqua dai fori circolari). La piscina risulta delimitata da una terrazza ad ovest e da una lunga parete alta circa cinque metri ad oriente, articolata con una successione scenografica di oltre trenta finestrelle costituite da archetti poggianti su piastrini separati da lesene architravate (il cui interasse è di cinque piedi, cioè circa 1,5 m) rivestiti entrambi con laterizi; le finestrelle sono riempite di scaglie di basalto, mentre alle spalle del muro così articolato si sviluppa un lungo corridoio.

 

 

 

     Drenaggio della piscina

      

   Apparato sostruttivo settentrionale

 

 

    

 

 

 

 

 

 

Il grandioso complesso, che non ha subito sostanziali modificazioni costruttive nel tempo mantenendo il carattere originario, viene generalmente datato all’età tardo repubblicana (I secolo a.C.), entro la prima metà del secolo a giudicare dal tipo di paramento, ma alcuni elementi architettonici e la presenza sporadica dell’uso del laterizio fanno pensare agli inizi dell’età augustea. Lo stato di conservazione delle strutture è assai precario e questo complesso non ha purtroppo restituito reperti di rilievo a causa delle devastazioni e saccheggi patiti nel corso dei secoli. Per quanto riguarda il proprietario si è proposto il nome di un Centronius, un costruttore noto per la sua attività in ambito prenestino e tiburtino, oppure alla gens Caecilia da una iscrizione rinvenuta nei pressi.

Un acquedotto venne costruito allo scopo di alimentare le numerose conserve d’acqua e la natatio di questa maestosa villa. Tracce di esso e della cisterna da cui aveva origine lo speco vennero documentate tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, ma oggi quelle strutture sono quasi completamente sparite.

          Acquedotto. Foto d’epoca

    Acquedotto. Pianta prospetto e        sezione

   

 

 

  

 

 

Cisterna a monte dell’acquedotto

 

 

 

 

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