ARCHEOLOGIA

Per la rinascita di Monte Cavo: subito una legge o un progetto europeo

 

L’agonia di Monte Cavo, una vergogna di dimensioni europee, deve finire. E con essa la tracotanza di coloro che si sono arricchiti per decenni alle spalle dei Castelli Romani, devastando e occupando abusivamente un’area che avrebbe potuto diventare una delle attrazioni turistiche più importanti e famose d’Italia. Incuranti della legge che li ha condannati in tutti i gradi di giudizio, continuano tranquillamente a trasmettere, confidando sul vergognoso e complice silenzio di tutte le istituzioni che avrebbero dovuto vigilare e che ancora oggi girano la testa dall’altra parte facendo finta di niente.

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Purtroppo, in troppi comuni dei Castelli, liste civiche improvvisate, spesso incompetenti e inadeguate, litigano su tutto, mentre i bilanci di molti comuni sono sull’orlo del baratro finanziario e l’economia della regione segna un declino preoccupante. Tra loro, molti non sanno nemmeno che Monte Cavo esiste, e se qualcuno lo conosce, pensa che “il problema delle antenne” sia solo una questione che riguarda Rocca di Papa. Ma tutti costoro ignorano che quell’area potrebbe diventare un polo d’attrazione fondamentale, l’unico capace di confrontarsi con lo strapotere turistico della Capitale. Il distretto dei Castelli Romani conta oltre 300.000 persone, relegate in sedici “gabbie paesane” asfittiche e prive di futuro, tanti sono i paesi dei Castelli: stiamo parlando della decima città d’Italia! Senza rappresentanza politica, priva di istituzioni adeguate, questa regione si regge solo sull’economia delle trattorie, meglio ancora se sono fraschette e osterie, come cent’anni fa.

l’Osservatorio dei Colli Albani si è occupato finora solo di divulgazione, con grande attenzione al rigore scientifico, molto apprezzato sia dagli studiosi locali che dagli appassionati. Ma non si può tacere di fronte all’indifferenza generale – perfino di alcuni ambienti del mondo scientifico – dinanzi allo scempio di un’area che conserva due monumenti tra i più insigni dell’antichità, tra loro contigui e strettamente collegati a livello mitico – sacrale: Alba Longa e il Monte Albano. Qui, prima di Roma, si è formata la Civiltà Latina che Roma ha poi irradiato in tutto il mondo antico: Civiltà alla quale si richiamano anche le radici delle moderne nazioni europee. E Roma stessa, nel corso di tutta la sua storia, ha ricordato e reso omaggio ogni anno, con scrupolo religiosissimo, questo luogo di altissima valenza sacrale e simbolica, perpetuando il nomen Latinum nei secoli mediante il rito solenne della comunione dei popoli latini che avveniva attraverso la spartizione della carne di un toro sacrificato a Giove Laziale, la divinità suprema del Lazio e di tutti i Latini.

Per queste ragioni, abbiamo tutti il dovere di restituire questo altissimo valore simbolico al cuore della regione albana; dobbiamo attivarci tutti, per chiedere che venga immediatamente creato un Comitato intercomunale formato da rappresentanti di ciascun comune che istituisca ed orienti nelle linee generali una Commissione interdisciplinare di esperti che valuti, programmi e segua tutte le fasi necessarie per restituire fruibilità all’area in tempi certi.

Questo lavoro dovrà servire da base alla stesura di una legge dello Stato per Monte Cavo (sarebbe preferibile) o ad un Progetto europeo. La Commissione dovrà inoltre sovrintendere, assieme agli organi competenti, alle corrette opere di rimozione di tutte le strutture abusive comprese le opere di fondazione; alla demolizione di tutti gli edifici abbandonati dal Ministero della difesa e ripristino dei luoghi originali; dovrà inoltre concertare con le istituzioni competenti le modalità per l’esproprio dell’intera area per pubblica utilità. Verranno invece finanziati dalla legge di Stato o dal Progetto europeo: il restauro e la destinazione finale dell’ex convento dei PP. Passionisti (potrebbe diventare un Centro congressi Internazionale con annesso Museo virtuale della Civiltà Latina ad esempio); lo  scavo archeologico dell’intera area; la pianificazione urbanistica (aree e strutture ricettive, con punti di ristoro ecc.);  l’aspetto della fruizione del panorama, fondamentale, data la straordinaria posizione del  monte rispetto a Roma e tutto il Lazio, possibilmente attraverso il progetto di una grande terrazza panoramica, funzionale ad un alto numero di turisti; dovrà infine prevedere vari tipi di collegamento, via terra ma anche, si spera, attraverso una funivia che colleghi la vetta con Castel Gandolfo (sarebbe un’attrazione turistica straordinaria).

Per contatti e comunicazioni con l’Osservatorio: osservatorio.collialbani@gmail.com

 

 

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