ALBANO LAZIALE

IL CELEBRE MOSAICO DELL’ATHENA: IL LOGO DEL NOSTRO OSSERVATORIO

 

IL MOSAICO DELL’ATHENA

La scoperta del mosaico si deve al Padre Gesuita Giuseppe Ruggero Boscovich di origini croate (Rudjer Bošković), illustre matematico e scienziato, il quale, nel 1741, rinvenne l’emblema centrale musivo nell’area della Villa della Rufinella presso Tuscolo. Il mosaico venne staccato nel 1776 subendo notevoli danni e quindi trasferito ai Musei Vaticani; oggi adorna il pavimento della Sala a Croce Greca del Museo Pio – Clementino. In quegli stessi anni (1778 – 1780) venne restaurato, subendo anche integrazioni ed altri interventi piuttosto rovinosi.

(Franco Arietti)

 

La configurazione attuale riflette gli interventi settecenteschi, ai quali si deve forse anche la forma circolare, che non figura nelle descrizioni dell’epoca che si limitano ad annotare la presenza di motivi decorativi posti entro una cornice quadrata nella quale appaiono inscritti cerchi concentrici.

Il mosaico, che si data all’età tardo – repubblicana (metà del I sec. a.C.), misura m 5,1 di diametro ed ornava il pavimento di una sala della villa, forse il triclinio; a quanto pare, il decoro del pavimento mostrava, accanto all’emblema dell’Athena, anche altri riquadri con vari motivi, quali Vittorie alate, in aggiunta ad elementi frammentari ove figurava Dioniso e gorgone purtroppo perduti. 
Nonostante i vari rimaneggiamenti patiti, rimane integra l’immagine dell’Atena raffigurata con elmo di tipo corinzio crestato, e busto protetto dell’egida svolazzante con gorgoneion sul petto.

 

                                   Emblema. Sala a Croce Greca del Museo Pio – Clementino

Il busto di Atena appare entro una fascia circolare che rappresenta la volta celeste con varie stelle, le sette Pleiadi e fasi lunari, dal significato per certi versi misterioso. Ugualmente originari solo i quattro telamoni che dagli angoli del riquadro sorreggono l’emblema, avvolti in rami di alloro; dovrebbero essere originali anche le quattro teste alate di Medusa poste all’esterno del campo quadrato e la sua frequente apparizione nell’ambito del repertorio decorativo di questo mosaico potrebbe alludere al carattere apotropaico della Gorgone, dallo sguardo che pietrificava, in grado quindi di scacciare gli influssi negativi.

 

                                           Sala a Croce Greca del Museo Pio – Clementino

 

 

Sala a Croce Greca del Museo Pio – Clementino

 

 

 

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