ALBANO LAZIALE

LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI – APPELLO PER LA RINASCITA DI MONTE CAVO

 

 

Riportiamo di seguito il testo dell’appello inviato dall’Osservatorio alle principali Istituzioni

 

 

 

“Alla luce delle recenti vicende giudiziarie e dell’abbandono nell’area di Monte Cavo di gran parte delle strutture militari e in previsione del fatto che questi sostanziali mutamenti dovranno necessariamente comportare un radicale intervento di bonifica, lo scrivente Osservatorio fa presente che quest’ultimo non potrà assolutamente prescindere, se non addirittura essere preceduto, dall’esproprio per pubblica utilità dell’intera area di Monte Cavo Vetta, come previsto dagli artt. 95 – 100 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, dal momento che tutte le condizioni e motivazioni previste per l’applicazione dei suddetti articoli, sono state di gran lunga certificate ed evidenziate da una imponente documentazione di carattere tecnico – scientifico.

A riprova della fondatezza di queste argomentazioni, è giunta puntualmente la recente sentenza del Consiglio di Stato (N. 02200/2017 pubblicata in data 11 maggio 2017) la quale, nel condannare gli abusi e respingendo il ricorso degli appellanti, afferma tra l’altro che “… La normativa paesaggistico – ambientale presiede alla tutela di interessi di indubbio rilievo costituzionale e del tutto ragionevolmente pone limiti alla libertà di iniziativa privata quando quest’ultima possa risultare potenzialmente dannosa…”. Pertanto, queste motivazioni, accanto alla lunghissima lista degli abusi elencati con assoluta precisione nell’ordinanza comunale del 12/08/2003 che ha determinato l’ingiunzione di sgombero e demolizione delle emittenti e strutture abusive, non lasciano dubbi sul fatto che si debba procedere immediatamente e con estrema fermezza all’espropriazione, per pubblica utilità, di Monte Cavo Vetta, come primo atto ufficiale teso a ristabilire la legalità e porre fine ad una vicenda tra le più vergognose, indegne e scandalose della storia del Lazio.

Come previsto dalla citata ordinanza comunale, le operazioni di demolizione dovranno essere condotte dalle ditte stesse oggetto della condanna, oppure, in caso di rifiuto, dalla medesima Amministrazione comunale. L’Osservatorio dei Colli Albani, la comunità scientifica ed i cittadini dei Castelli Romani, si aspettano che venga effettuato il massimo controllo su queste opere e che tutto avvenga secondo la prassi consolidata e con la massima chiarezza. Infatti, dalle planimetrie pubblicate che documentano le strutture antiche emerse in passato nel corso degli scavi archeologici, risulta chiaramente che le opere di rimozione, a livello di fondazione dei manufatti, verranno condotte in un’area di altissimo interesse storico archeologico, parzialmente messa in luce e in gran parte ancora da scavare. Dal momento che in simili circostanze la soprintendenza competente per territorio dispone che tali opere vengano rigorosamente controllate e, quindi, condotte sotto la stretta sorveglianza del suo personale tecnico, ciò garantirà che la proprietà e quanti altri abbiano concorso a realizzare le opere abusive, debbano rispondere in futuro di eventuali danni arrecati al tessuto archeologico.”

nota inviata il 06 giugno 2017 a:

Sindaco del Comune di Rocca di Papa
Emanuele Crestini

Dott. Maurizio Fontana 
Direttore dell’Ente Parco Regionale
dei Castelli Romani

 Dott. Vito Consoli
Direttore della Direzione Regionale Ambiente e
Sistemi Naturali della Regione Lazio

Arch. Manuela Manetti
Direttore Regionale Territorio,
Urbanistica, Mobilità e Rifiuti della Regione Lazio

Arch. Marco Dolce
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo
e l’Etruria meridionale

Dott. Emanuele Nicosia
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio 
per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo 
e l’Etruria meridionale

                                                                                                                            

                                                                                                                                     ***

 

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