AMBIENTE

RIPETITORI ABUSIVI DI MONTE CAVO: LE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE PARLAMENTARI CADUTE NEL VUOTO

 

 

MONTE CAVO: LE INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE PARLAMENTARI

Sono state presentate finora le seguenti interrogazioni o interpellanze parlamentari:

 

Senatore L. Zanda. Legislatura XVI. Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02720. Pubblicato il 13 marzo 2012, nella seduta n. 690.

On. Antonio Mazzocchi. Legislatura XVI. Interrogazione a risposta scritta 4-15385 del 20 marzo 2012, seduta n.607.

  – Senatori: Fattori, Nugnes, Puglia, Ciampolillo, Cappelletti. Legislatura XVII. Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-04028. Pubblicato il  3 ottobre 2017, nella seduta n. 888.

 – On. Alfredo D’Attorre. Legislatura XVII. Interpellanza 2-02022. Seduta n. 887 del 17 novembre 2017.

 – On. F. Silvestri. Legislatura XVIII. Atti di controllo e indirizzo. Seduta n. 207 del 12 luglio 2019. Interrogazione a risposta scritta al Ministero beni culturali n. 4-03318.

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Gli interventi alla Camera o al Senato sopra elencati ripercorrono le varie fasi della complessa vicenda che ha prodotto il disastro ambientale ampiamente documentato dalla totale devastazione della vetta e delle pendici del Monte Albano, di per sé un monumento tutelato, la cui morfologia originale appare ora profondamente modificata (ma ciò vale anche per le altre aree adiacenti), come riportano le considerazioni di onorevoli e senatori che si accomunano anche su molti altri aspetti essenziali, giungendo infatti alle medesime conclusioni in merito alla severa condanna rivolta per esempio all’operato di alcune istituzioni pubbliche sovracomunali.

Tutti pongono l’accento sul fatto che (fatta eccezione per Rai Way S.p.A.) un numero spropositato di impianti (enormi tralicci, ripetitori, box, linee interrate, ecc.) per l’emittenza radio televisiva occupa abusivamente un’area la cui straordinaria importanza è sottolineata dalla serie di stringenti vincoli storici, archeologici, idrogeologici, paesaggistici e urbanistici.

Su un altro punto la convergenza di tutte le interrogazioni e interpellanze parlamentari è totale: l’eccessiva e pericolosa concentrazione di apparati di trasmissione che fanno di Rocca di Papa il maggiore sito europeo di trasmissione radio, televisiva e del sistema dei ponti radio: questo rappresenta un fattore di gravissimo rischio e pericolo per la salute pubblica. Viene inoltre sempre sottolineato che l’alta esposizione alle onde elettromagnetiche potrebbe rappresentare un fattore determinante o quantomeno la concausa che genera l’insorgenza di gravi malattie. Inoltre viene ricordato in modo insistente che il superamento dei limiti di esposizione alle emissioni radio-elettriche è stato registrato più volte dagli apparati di controllo pubblici, come denunciato dall’ARPA Lazio.

Un altro argomento rilevante sollevato in tutti gli interventi parlamentari è la questione della delocalizzazione degli impianti di diffusione radio televisiva presenti a Monte Cavo vetta. Sono infatti sistematicamente elencati i vari piani regionali nei quali viene chiaramente stabilito che le emittenti debbano trasmettere esclusivamente dai siti individuati dalla Regione Lazio e tra questi non compare mai Monte Cavo. Lo stesso vale per il piano di assegnazione delle frequenze approvato nel luglio 2009 dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni non ha inserito la località di monte Cavo tra i siti di trasmissione per l’emittenza radiotelevisiva.

I parlamentari, all’unanimità, hanno inoltre convenuto che su queste vicende sia il Tar del Lazio che il Consiglio di Stato hanno statuito senza dubbio alcuno l’incompatibilità del territorio di Rocca di Papa per le installazioni dei tralicci radiotelevisivi. Per quanto riguarda il pericolo elettromagnetico, viene ribadito che il Consiglio di Stato, con sentenza n. 2200 del 2017, ha respinto l’appello contro la bonifica del sito di monte Cavo sostanzialmente eccependo tutti i punti in oggetto al ricorso, compresi quelli relativi alla salute pubblica, che a parere degli interroganti veniva invece salvaguardata in piena coerenza con l’art. 32 della Costituzione.

Tra le varie interrogazioni e interpellanze, viene evidenziato in particolare l’epilogo dell’iter della conferenza di servizi del 21 dicembre 2009 tenutasi presso il Dipartimento per le comunicazioni del Ministero dello sviluppo economico, dove si sono riuniti gli organismi sovracomunali abilitati a disporre la delocalizzazione degli impianti di radiodiffusione presenti sul territorio di Rocca di Papa. In quella sede, i rappresentanti del Ministero proponevano il trasferimento degli impianti di emittenza radiofonica presenti sul territorio comunale di Rocca di Papa in siti alternativi, tra i quali monte Gennaro. Gli esiti della conferenza dei servizi avrebbero dovuto condurre all’immediata comunicazione ufficiale del cronoprogramma degli effettivi spostamenti degli impianti radiofonici, ma lo stesso non è mai pervenuto al Comune di Rocca di Papa.

Infine, alla Camera sono state commentate anche le più recenti interrogazioni, regolarmente cadute nel vuoto, avvenute in seno alla Regione Lazio, nelle quali si chiedeva quali provvedimenti ed attività si intendessero adottare al fine di affiancare e supportare il comune di Rocca di Papa nel dare effettiva esecuzione alla sua Ordinanza di sgombero e demolizione in località Monte Cavo vetta del 2003.  

Nel dibattito parlamentare è assente, perché successivo, qualunque riferimento alle vicende più recenti che riassumono l’ennesimo ordine di demolizione del Comune di Rocca di Papa dei tralicci e box abusivi posti in località Prato Fabio (posta a circa 400 m. dalla vetta di Monte Cavo) seguito dall’appello a sua volta respinto dalla sentenza del Tar del Lazio, che pur rigettando il ricorso, afferma “… il Tribunale auspica che il Comune si attivi per la rapida individuazione di un sito alternativo”.

 

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