AMBIENTE

CONVEGNO TOR VERGATA – INTERVENTO DELLA SINDACA DI ROCCA DI PAPA VERONICA CIMINO

 

 

 

 

INTERVENTO DELLA SINDACA DI ROCCA DI PAPA 

ARCH. VERONICA CIMINO

                                                                                                                               

Ringrazio per l’invito l’Università di Tor Vergata e mi congratulo per l’organizzazione di questo importante evento, e rivolgo un ringraziamento particolare al Dott. Arietti per l’impegno profuso sia nella ricerca che nella tutela del territorio di Rocca di Papa.

Abbiamo assistito ad un dibattito scientifico in cui, oltre alla presentazione delle nuove straordinarie scoperte archeologiche, è emersa la necessità di risolvere il problema della vergognosa devastazione di Monte Cavo.

Il tema, ampiamente dibattuto oggi, ha evidenziato il Complesso sacrale del Monte Albano attorno al quale si estende, fino alle sue pendici, il Bosco Sacro di Giove, presso cui è stato identificato il luogo dove gli antichi credettero fosse realmente esistita la “città” di Alba Longa, la cui memoria – come scoperto di recente – i Romani celebravano sul promontorio di Prato Fabio. La Via Sacra, che diventa tale quando nell’ultimo tratto attraversa il Bosco Sacro, è costellata da iscrizioni incise sui basoli, un unicum nel mondo romano; essa collegava pertanto i due monumenti tra i più insigni dell’antichità, posti uno accanto all’altro: Alba Longa e il Santuario federale dei popoli latini posto sulla vetta del Monte Albano.

Da oltre trent’anni quest’area ha sistematicamente patito una devastazione definita recentemente da studiosi d’oltralpe “uno scandalo di dimensioni europee”. Sono stati compiuti infatti una serie di gravissimi illeciti – solo in parte accertati e condannati dalle sentenze della magistratura – la cui portata travalica di gran lunga il delitto di Disastro ambientale, come previsto dal Codice Penale, L. 68/2015. Ciò avviene ed è avvenuto nel corso degli ultimi decenni, arrecando danni gravissimi alla Storia antica, attraverso la distruzione dei luoghi che hanno visto nascere la Civiltà Latina, forse irrimediabilmente perduti sia a livello archeologico che ambientale, a causa di opere, anche militari, che hanno profondamente rimodellato, stravolto e definitivamente modificato la morfologia originale del Monte Albano – esso stesso un monumento da preservare e tutelare nella sua piena integrità.

Tutti i vincoli storici, architettonici, idrogeologici, paesaggistici e urbanistici apposti per la protezione di quest’area, giudicata di straordinario valore e interesse in ogni ambito istituzionale o scientifico, sono stati ignorati, così come le cinque interrogazioni e interpellanze parlamentari, tutte cadute nel vuoto. Lo stesso vale per le ordinanze di demolizione comunali e le conseguenti sentenze di condanna della magistratura giunte all’ultimo grado di giudizio che hanno respinto tutti gli appelli, ordinando l’immediata demolizione delle opere abusive entro limiti di tempo prestabiliti. Ciò finora non è avvenuto, confidando soprattutto nell’assoluta impossibilità di procedere in tal senso dal Comune di Rocca di Papa, il quale – purtroppo lasciato solo da tutte le istituzioni pubbliche coinvolte – avrebbe dovuto anticipare enormi spese attraverso un indebitamento insostenibile e, nel contempo, affrontare problemi tecnici assolutamente estranei alle proprie capacità e competenze.

Per queste ragioni si è costituito il Comitato promotore di una Legge per il Monte Albano – al quale la scrivente Amministrazione ha aderito per prima – il quale ha rivolto un appello ai sedici comuni del Colli Albani, alle università italiane ed estere, ai principali Istituti di indirizzo storico archeologico e a tutte le accademie ed istituzioni straniere attive in campo storico archeologico con sede a Roma.

Le numerose adesioni che stanno giungendo, testimoniano la grande preoccupazione e la volontà del mondo della cultura di porre fine a questa vergognosa condizione in cui versa il luogo dov’è nata la Civiltà Latina. Per questa ragione, il Comitato promotore della Legge per il Monte Albano terrà in autunno una conferenza stampa presso l’Associazione della Stampa estera in Roma, chiedendo alle istituzioni europee di intervenire per salvare il luogo che ha generato le origini comuni e quindi la fratellanza dei popoli europei che viene richiamata in ogni trattato.

 

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